RISIERA DI SAN SABBA

La risiera di San Sabba è stato un lager nazifascista, situato nella città di Trieste, utilizzato come campo di detenzione di polizia (Polizeihaftlager), nonché per il transito o l'uccisione di un gran numero di detenuti, in prevalenza prigionieri politici o ebrei. Oltre ai prigionieri destinati ad essere uccisi o deportati, vi furono imprigionati anche diversi civili catturati nei rastrellamenti o destinati al lavoro forzato. Le vittime (stimate fra le 3000 e le 5000, sulla scorta delle testimonianze raccolte) venivano fucilate, uccise con un colpo di mazza alla nuca (al ritmo di una al minuto), impiccate oppure avvelenate con i gas di scarico di furgoni appositamente attrezzati. A causa di queste uccisioni, la risiera di San Sabba viene alle volte definita "campo di sterminio", anche se questa definizione (in tedesco Vernichtungslager) è riservata dalla storiografia internazionale ad una serie di strutture - quasi esclusivamente situate in Polonia - la cui principale o esclusiva attività era quella dell'eliminazione fisica dei deportati. Del lager faceva parte un forno crematorio, di concezione rudimentale, che veniva utilizzato per bruciare i cadaveri. Oggi la risiera è divenuta un museo. Nel 1965 è stata dichiarata monumento nazionale.




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