La basilica, inserita dal 1996 nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, fu costruita e finanziata nella prima metà del VI secolo dal banchiere Giuliano Argentario per il volere dell'arcivescovo Ursicino; fu consacrata il 9 maggio 549 dal primo arcivescovo Massimiano ed è stata dedicata a sant'Apollinare, il primo vescovo di Ravenna, e vi furono portate le sue spoglie. La facciata (foto 1), in parte rifatta come altre parti della chiesa, è preceduta da un nartece (o più comunemente detto Ardica), sotto cui ci sono marmi ed iscrizioni, che originariamente era un quadriportico, ed è alleggerita dall'apertura di una trifora. A sinistra della chiesa c'è il campanile del IX secolo che si alza con la sua forma cilindrica, mentre le finestre, dal basso verso l'alto, prima sono monofore, poi bifore e infine trifore. La basilica è a tre navate con copertura in capriate scoperte, con corpo mediano rialzato e abside poligonale affiancata da due cappelle absidate (foto 2). Le navate sono separate da due file di dodici colonne con fusti di marmo striato del Proconneso, capitelli a foglie "mosse dal vento" e pulvini con una croce scolpita sul lato della navata (foto 5). Al centro della basilica, sul luogo del martirio del santo, è collocato un altare antico. Tutta la decorazione del catino absidale risale circa alla metà del VI secolo e si può dividere in due zone (foto 3-4): nella parte superiore un grande disco racchiude un cielo stellato nel quale campeggia una croce gemmata, che reca all'incrocio dei bracci il volto di Cristo dentro un medaglione circolare. Sopra la croce si vede una mano che esce dalle nuvole, la mano di Dio. Ai lati del disco, le figure di Elia e Mosè. Nella parte superiore, in mezzo a nubi, si trovano i simboli alati degli evangelisti (tetramorfo): l'Aquila (Giovanni), l'Angelo (Matteo), il Leone (Marco), il Vitello (Luca). I tre agnelli, che si trovano spostati un po' verso il basso, proprio all'inizio della zona verde, con il muso rivolto verso la croce gemmata, simboleggiano gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni: siamo probabilmente di fronte alla rappresentazione della Trasfigurazione sul Monte Tabor. La scelta del tema è strettamente legata alla lotta all'arianesimo, poiché ribadisce la natura divina di Gesù Cristo, negata dalla dottrina ariana. Nella zona inferiore si allarga una verde valle fiorita, con rocce, cespugli, piante e uccelli. Al centro si erge solenne la figura di Santo Apollinare, primo vescovo di Ravenna, con le braccia aperte in atteggiamento orante, cioè ritratto nel momento di innalzare le sue preghiere a Dio perché conceda la grazia ai fedeli affidati alla sua cura, qui rappresentati da dodici agnelli bianchi rappresentanti i dodici apostoli. Nei rinfianchi dell'arco vi sono due palme, che nella letteratura biblica sono emblema del giusto. Sotto a queste si trovano le figure degli arcangeli Michele e Gabriele, con il busto di San Matteo e di un altro santo non chiaramente identificato, di esecuzione più tarda (primo XII secolo). Negli spazi tra le finestre sono rappresentati quattro vescovi, fondatori delle principali basiliche ravennati: Ursicino, Orso, Severo ed Ecclesio, vestiti in abito sacerdotale e recanti un libro in mano.