L'itinerario comincia a sud-est, con la vosita del castello di Canossa. La rocca fu costruita verso l'anno 940 da Adalberto Atto, figlio di Sigifredo di Lucca, principe di stirpe longobarda. Oltre alla casa dominicale, sulla sommità della rupe, il castello comprendeva un convento nel quale risiedevano abitualmente dodici monaci dell'ordine dei benedettini cluniacensi e la chiesa di Sant'Apollonio. Era difesa da triplice giro di mura e fra il primo e il secondo, i più bassi, prendevano posto i fabbricati di ricovero per gli armati e i servi e i fabbricati che costituivano i borghi. Durante il Medioevo la rocca fu imprendibile e in essa ebbe rifugio sicuro la regina Adelaide, vedova di Lotario II re d'Italia, che nel 950 riparò a Canossa per difendersi dal marchese d'Ivrea, Berengario II, che per oltre 3 anni assediò, senza risultato, la rocca. L'episodio principale per cui è famosa Canossa è la conciliazione dell'imperatore Enrico (o Arrigo) IV col pontefice Gregorio VII nell'anno 1077, di cui Matilde fu protagonista, e da cui deriva il detto andare a Canossa, diffuso in tutte le lingue europee. Oggi del castello rimangono solo pochi ruderi visitabili (foto 2-5). Da Canossa l'itinerario procede vero nord-ovest, attraversando i territori del ventaglio calanchivo di Canossa (6-7) e i dlci colli dell'appennino emiliano (foto 8-11). Il profilo della fortezza di Rossena, impiantata su un rossastro colle vulcanico, costituisce uno degli scorci paesaggistici più suggestivi di tutta l'area matildica. A differenza di altri castelli che nel tempo si sono trasformati in residenze signorili, Rossena ha conservato l'impianto originario di vera e propria macchina da guerra che doveva fermare eventuali aggressioni nemiche provenienti dalla valle dell'Enza. Il castello, forse iniziato nel 950, all'inizio era costituito da un mastio isolato, la cui struttura (ora ribassata) è ancora leggibile al centro della costruzione principale(foto 13, 16 e 17). Di proprietà della Diocesi reggiana, Rossena ha subito un profondo restauro in occasione del Giubileo dell'anno 2000 che ne ha permesso il recupero per usi ricettivi. Oggi ospita un ostello con una cinquantina di posti letto. Poco ditante dal castello si erge la Torre di Rossenella che è stata oggetto di approfonditi studi che hanno rilevato come essa corrisponda a un modulo costruttivo diffusissimo e standardizzato, con il quale furono edificate diverse strutture difensive della zona sullo scorcio del X secolo (foto 13-15). Essa è orientata secondo le coordinate cardinali ed è articolata su tre piani: il piano terra, adibito a magazzino viveri, il primo piano,utilizzato per una destinazione abitativa costituendo l’alloggio per il feudatario o del capitano che difendeva la postazione e l’ultimo piano era destinato a funzione di avvistamento, consentendo la predisposizione di giacigli per il riposo degli uomini di guardia. L’accesso alla Torre era reso possibile da una scala retrattile.
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