L'itinerario comincia da Piazza del Plebiscito. Ubicata nel centro storico, tra il lungomare e via Toledo, con una superficie di circa 25 000 metri quadrati la piazza si presenta come una delle più grandi della città e d'Italia e per questo è quella più utilizzata per le grandi manifestazioni. Fu con l'edificazione dell'attuale palazzo Reale di Napoli, che ebbe effettivamente inizio la storia di piazza Plebiscito. Nonostante i ripetuti interessamenti, fu però solo all'inizio dell'Ottocento, durante il periodo napoleonico, che la piazza cambiò completamente volto. Il nuovo re Gioacchino Murat, nel solco dei vasti rinnovi urbani che stavano coinvolgendo la Francia e l'Europa illuminista, intendeva infatti sostituire quello che era sostanzialmente uno Slargo irregolare con una piazza geometricamente ben definita; solo in questo modo si sarebbe infusa maggiore vitalità ad uno dei maggiori punti focali cittadini, in quanto davanti alla Reggia. Obiettivo dei Napoleonidi era quello di conferire maggiore grandiosità architettonica al Largo, tramite un modello monumentale che impiegava due quinte architettoniche contrastanti, fiancheggiate da elementi neutri (in questo caso, rispettivamente il porticato semicircolare, la Reggia e i palazzi gemelli). L'attuale nome della piazza fu scelto dopo che il plebiscito del 21 ottobre 1860 decretò l'annessione del Regno delle due Sicilie al Regno di Sardegna. Caratterizzano la piazza la Basilica Reale Ponfificia (foto 1-3),le statue equestri di Ferdinando I eCarlo III (foto 4 e 5) e il Palazzo Reale (foto 8 e 9). Dalla Piazza l'itinerario prosegue poi verso Galleria Umberto I, costruita tra il 1887 e il 1890 (foto 11-14). Progettata con l'intento di essere essa stessa un'opera monumentale, al pari delle altre circostanti (Maschio Angioino, Real Teatro San Carlo, Palazzo Reale, Basilica di San Francesco Di Paola) la galleria Umberto I, sin dalla sua costruzione, divenne immediatamente un fondamentale polo commerciale della città di Napoli e, anche per la sua vicinanza a importanti luoghi della cultura e della politica, divenne nem presto anche centro mondano della città. L'itinerario si conclude a nord con la visita dei Quartieri Spagnoli (foto 15-20), sorti intorno al XVI secolo al fine di accogliere le guarnigioni militari spagnole destinate alla repressione di eventuali rivolte della popolazione napoletana, oppure come dimora temporanea per coloro che passavano da Napoli in direzione di altri luoghi di conflitto. Fin dall'epoca della loro nascita, i quartieri spagnoli presentarono fenomeni di criminalità e soprattutto prostituzione, legata alla continua ricerca di "divertimento" da parte dei soldati spagnoli. Nonostante l'emanazione, da parte del viceré di Napoli, don Pedro de Toledo, di alcune apposite leggi tese a debellare il fenomeno, il quartiere rimase nel tempo sempre un'area di grandi difficoltà sociali della città partenopea. Più di recente la zona ha cominciato a conoscere una seppur modesta riabilitazione. Grazie al folklore che conservano, i Quartieri Spagnoli sono non di rado punto ricercato dalle foto di curiosi e turisti provenienti da ogni parte del mondo.