Gli scavi archeologici di Ercolano hanno restituito i resti dell'antica città di Ercolano, seppellita sotto una coltre di ceneri, lapilli e fango durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Pompei, Stabiae ed Oplonti. Il sito di Ercolano viene visitato mediamente da trecentomila turisti ogni anno: nel 1997, insieme alle rovine di Pompei ed Oplonti, è entrato a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Dell'antica Ercolano, che seguiva nell'urbanistica il modello proposto da Ippodamo da Mileto, sono stati riportati alla luce solo quattro dei venti ettari totali su cui originariamente si estendeva. L'impianto urbano era di tipo ortogonale, con incroci ad angolo retto e con i decumani paralleli alla costa, a cui si incrociavano perpendicolarmente i cardi (foto 18-22); questi ultimi, nei pressi della mura lungo la spiaggia, avevano ognuno una rampa con porta ad arco, in modo tale da consentire un diretto accesso al mare: in totale la città disponeva di tre decumani, di cui due scavati, e cinque cardi, di cui sono visibili il terzo, il quarto ed il quinto; durante l'epoca augustea, le strade furono pavimentate con lastre poligonali di lava, eccetto il tratto davanti alla Palestra, lungo in cardo V, in calcare bianco: tutte le strade della zona scavata, fiancheggiate da marciapiedi, risultano poco consumate dal passaggio di ruote di carri, in quanto, a seguito della conformazione del territorio, particolarmente ripido, il transito e il trasporto delle merci dal porto al centro cittadino era più agevole per muli e pedoni (foto 22). Ad Ercolano è stata rinvenuta un'unica fognatura (foto 12), lungo il cardo III, che raccoglieva le acque del Foro e quelle degli impluvi, delle latrine e delle cucine delle case che si affacciavano lungo questa via, mentre il resto degli scarichi avveniva direttamente in strada. Per l'approvvigionamento idrico la città era direttamente collegata all'acquedotto del Serino, costruito in età augustea. La tipica casa di Ercolano si presenta più piccola rispetto a quella di Pompei; tuttavia, anche grazie alla conversione della città nel suo ultimo periodo in centro di villeggiatura, le abitazioni erano spesso decorate in modo raffinato e sfarzoso e sovente erano precedute da portici con colonne in laterizio, costruiti a seguito del dannoso terremoto del 62 come misure antisismiche in modo da rinforzare le facciate e sostenere balconi e ballatoi (foto 23-52); altra particolarità era l'assenza nell'atrio dell'impluvium, o comunque questo aveva perso ad Ercolano la sua funzione originale perché quasi tutte le case erano dotate di un proprio pozzo o erano collegate alla rete idrica, entrata in funzione dopo la costruzione dell'acquedotto del Serino (foto 53,54). Notevole anche il complesso sistema termale di cui era doata la città (foto 59-65).