L'abbazia di San Fruttuoso di Capodimonte è un luogo di culto cattolico situato nella baia omonima nel comune di Camogli, luogo detto anche Capodimonte, all'interno del parco terrestre e marino del Monte di Portofino. L'abbazia è dedicata a san Fruttuoso di Tarragona, vescovo e Santo catalano del III secolo, le cui ceneri sono conservate presso l'abbazia, dove sarebbero state traslate a seguito dell'invasione araba della Penisola Iberica. L'abbazia non è raggiungibile da alcuna arteria stradale, ma vi si può accedere soltanto via mare da Camogli (foto 1-9) oppure percorrendo due panoramici sentieri. L'abbazia prospetta sull'antistante spiaggia balneabile (foto 4-6). Le origini del complesso abbaziale risalgono, secondo la leggenda, all'VIII secolo, quando Prospero, vescovo di Tarragona, per sfuggire all'invasione araba della Spagna, si rifugiò nella baia costruendovi una piccola chiesa per conservare le reliquie del martire san Fruttuoso. Un primo edificio religioso fu costruito a mezza costa, nella località oggi detta "Chiesa Vecchia", dove ancora si vedono pochi resti di un'antica costruzione, mentre l'attuale abbazia sarebbe sorta intorno alla metà del IX secolo e fu ricostruita tra la fine del X secolo e l'inizio dell'XI per volere di Adelaide di Borgogna, vedova dell'imperatore Ottone I. Nello stesso secolo l'Abbazia passò ai monaci benedettini e fu ingrandita nel XII secolo con l'aggiunta di un piano. Nel XIII secolo vi fu aggiunto il corpo edilizio con loggiato verso il mare, ad opera della famiglia genovese dei Doria, che utilizzò una sala dell'abbazia per le proprie sepolture (foto 19). Il chiostro superiore (foto 11,12) fu ricostruito nel XVI secolo per volontà di Andrea Doria, mentre nel 1562 fu costruito il torrione di avvistamento quadrato che tuttora domina la baia (foto 22,23). L'abbazia fu in seguito abbandonata e utilizzata come abitazione. Nel 1933 fu restaurata dallo Stato Italiano e nel 1983 i Doria Pamphili donarono gli edifici e i terreni al Fondo Ambiente Italiano.