Il Parco dei Mostri, denominato anche Sacro Bosco o Villa delle Meraviglie di Bomarzo, è un parco naturale ornato da numerose sculture in basalto risalenti al XVI secolo e ritraenti animali mitologici, divinità e mostri. L'architetto e antiquario Pirro Ligorio su commissione del principe Pier Francesco Orsini (detto Vicino Orsini) progettò e sovrintese alla realizzazione, nel 1547, del parco, elevando a sistema, nelle figure mitologiche ivi rappresentate, il genere del grotesque. La realizzazione delle opere scultoree fu probabilmente affidata a Simone Moschino. L'Orsini chiamò il parco semplicemente "boschetto" e lo dedicò a sua moglie, Giulia Farnese (da non confondere con l'omonima concubina del papa Alessandro VI). Le architetture impossibili, come la casa inclinata, o alcune statue enigmatiche rappresenterebbero secondo alcuni le tappe di un itinerario di matrice alchemica. Scienziati storici e filologi hanno fatto parecchi tentativi per spiegare il labirinto di simboli, e hanno trovato temi antichi e motivi della letteratura rinascimentale, per esempio del Canzoniere di Francesco Petrarca, dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto e dei poemi Amadigi e Floridante di Bernardo Tasso (in quest'ultimo compare ad esempio un dragone d'acciaio con una stanza all'interno, e dalla cui bocca uscivano amazzoni a cavallo). Sono rimasti, però, talmente tanti misteri che uno schema interpretativo omogeneo, alla fine, forse non potrebbe nemmeno essere trovato; su un pilastro compare una possibile iscrizione-chiave: «Sol per sfogare il core». Nel 1948 il parco fu visitato da Salvador Dalí che per l'occasione si fece inquadrare in pose originali tra i principali monumenti e definì il luogo un'invenzione storica unica.