VILLA D'ESTE

La villa d'Este di Tivoli è una villa del Rinascimento italiano e figura nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. La villa fu voluta dal cardinale Ippolito d'Este, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia (Ferrara 1509 - Roma 1572), su un sito già anticamente sede di una villa romana. I lavori furono affidati all'architetto Pirro Ligorio, affiancato da un numero impressionante di artisti e artigiani. La realizzazione della fabbrica seguì però le vicissitudini curiali del cardinale governatore, destituito nel 1555 dal papa Paolo IV Carafa, poi ripristinato nella carica da papa Pio IV nel 1560, poi danneggiato nelle prebende dai pessimi rapporti di papa Pio V con i francesi, che erano da sempre i suoi grandi alleati. Si dovettero inoltre acquistare i terreni necessari da ben due chiese appartenenti a ordini diversi, operazioni che durarono fino al 1566, e convogliare le acque dell'Aniene con nuovi cunicoli che provenivano dalle cascate. Anche i materiali da costruzione creavano problemi: il permesso, ottenuto dal Senato di Roma, di utilizzare il rivestimento di travertino della tomba di Cecilia Metella per i lavori di costruzione della villa, venne successivamente revocato (non prima che fosse asportato tutto il rivestimento della fascia inferiore del monumento, lasciato come oggi si presenta). Il cardinale ebbe appena il tempo di godersi la solenne inaugurazione della villa, avvenuta nel settembre del 1572 con la visita di papa Gregorio XIII; morì infatti il 2 dicembre dello stesso anno. I primi proprietari furono tre cardinali d'Este governatori di Tivoli: il committente Ippolito II, il nipote Luigi fino al 1586 e infine Alessandro, fino al 1624. Quest'ultimo riuscì a mantenerne la proprietà diretta alla casa d'Este anche per quando, in futuro, la famiglia non fosse stata più presente nel collegio cardinalizio e realizzò manutenzioni e innovazioni decorative. Degno di nota è anche l'operato del cardinale Rinaldo d'Este (1641-1672), che fece realizzare da Gian Lorenzo Bernini la fontana del Bicchierone e la cascata della fontana dell'Organo. Successivamente la villa e i suoi impianti, passati agli Asburgo, furono lasciati deperire e le collezioni antiquarie furono disperse, fino a quando il cardinale Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst, a metà Ottocento, se ne innamorò, la ripristinò e per il resto del secolo (fino alla sua morte nel 1896) la pose di nuovo al centro di intense attività artistico-mondane; uno dei frequentatori affezionati fu, all'epoca. L'ultimo proprietario privato della villa fu l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, erede al trono dell'Impero austro-ungarico. Tra i numerosissimi e suggestivi ambienti della Villa si raccomanda la visita dell' Appartamento Nobile (foto 4-10), del Giardino e del Vialone (foto 11-16), della Gran Loggia, della Grotta di Diana e della  Rotonda dei Cipressi. Ornano la villa numerose e bellissime fontane, come la Fontana del Bicchierone, la Fontana di Europa, la Fontana del Pegaso, le Cento Fontane (foto 17-21), la  Fontana dell'Ovato (foto 22,23), la Fontana dei Draghi (foto 24), la La Rometta (foto 25-29), la Fontana di Proserpina (foto 30), la Fontana della Civetta, la Fontana dell'Organo (foto 31,32), la Fontana di Nettuno (foto 35-38), Le Peschiere (foto 41-47), la Fontana di Arianna, le Fontane delle Mete, la Fontana della Natura o dell'Abbondanza e la Fontane della Rotonda dei Cipressi.




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