I Musei Capitolini costituiscono la principale struttura museale civica comunale di Roma, parte del Sistema Musei di Roma Capitale, con una superficie espositiva di 12.977 m². Aperti al pubblico nell'anno 1734, sotto papa Clemente XII, sono considerati il primo museo al mondo, inteso come luogo dove l'arte fosse fruibile da tutti e non solo dai proprietari. Si parla di "musei", al plurale, in quanto alla originaria raccolta di sculture antiche fu aggiunta da papa Benedetto XIV, nel XVIII secolo, la Pinacoteca, costituita da opere illustranti soggetti prevalentemente romani. L'opera forse più famosa che vi è conservata è la statua equestre di Marco Aurelio (foto 10-14); quella al centro della piazza è una copia, mentre l'originale, dopo essere stato sottoposto a lavori di restauro, è ora collocato nella nuova aula vetrata, l'Esedra di Marco Aurelio, nel Giardino Romano, dietro Palazzo dei Conservatori. Ma vi si trova anche il simbolo della città, il bronzo della Lupa capitolina (foto 6,7), a lungo tempo ritenuta un'opera etrusca del V secolo a.C. e solo recentemente ritenuta da alcuni restauratori come risalente al XII secolo; con molta probabilità la statua originaria non comprendeva i gemelli della leggenda Romolo e Remo, che sembra furono aggiunti nel Rinascimento. La famosa colossale testa di Costantino I (foto 9), visibile nel cortile, risale invece al IV secolo. Capolavoro della scultura medievale è il Ritratto di Carlo I d'Angiò di Arnolfo di Cambio (1277), il primo ritratto verosimile di un personaggio vivente scolpito in Europa che ci sia pervenuto dall'epoca post-classica. Qui vennero col tempo esposte altre e numerose collezioni storiche, come la Protomoteca (collezione di busti ed erme di uomini illustri trasferiti dal Pantheon al Campidoglio, per volontà di Pio VII nel 1820); la collezione del cardinale Alessandro Albani; quella donata da Augusto Castellani nella seconda metà dell'800, costituita da materiali ceramici arcaici (dall'VIII al IV secolo a.C.), di area prevalentemente etrusca, ma anche di produzione greca e italica. Dal cortile per salire al primo piano si accede ad uno scalone dove sono presenti alcuni rilievi, tre dei quali facevano parte di un Arco trionfale dedicato a Marco Aurelio e giunsero in Campidoglio fin dal 1515 (foto 1-3). Essi appartenevano ad una serie di dodici rilievi (otto dei quali furono reimpiegati sull'arco di Costantino e un ultimo, scomparso, di cui resta un frammento, a Copenaghen). Il Gabinetto di Venere, una piccola sala poligonale, simile ad un ninfeo, fa da cornice alla statua detta Venere Capitolina (foto 26,27), trovata durante il pontificato di Clemente X (1670-1676) presso la basilica di San Vitale; secondo Pietro Santi Bartoli la statua si trovava all'interno di alcuni ambienti antichi insieme ad altre sculture. Il Galata morente era una scultura bronzea attribuita a Epigono, autore di molte statue raffiguranti Galati, databile al 230-220 a.C. circa e oggi nota da una copia marmorea dell'epoca romana conservata nei Musei Capitolini (foto 32-34). Con il Galata suicida e con altre opere di identificazione più complessa doveva fare parte del Donario di Attalo nella città di Pergamo.Vi sono poi due meravigliosi mosaici con tigre e vitello (foto 35-36), quasi simmetrici tra loro (entrambi 1,24 m di altezza per 1,84 m di larghezza). Si tratterebbe di due pannelli in opus sectile, costruiti in marmi colorati (opere romane del secondo quarto del IV secolo), provenienti dalla Basilica di Giunio Basso sull'Esquilino, il console romano del 317.