Rossano, impropriamente chiamato anche Rossano Calabro per distinguerlo da Rossano Veneto, è detta anche Rossano città del Codex, in omaggio al Codice Purpureo, uno dei vangeli più antichi al Mondo e custodito da secoli a Rossano (Museo Diocesano e del Codex), inserito nella lista dei beni patrimonio UNESCO nella categoria "Memory of the World". Il Codex Purpureus Rossanensis è un manoscritto onciale greco del VI secolo contenente un evangeliario con testi di Matteo e Marco e deve l'aggettivo "Purpureus" al fatto che le sue pagine sono rossastre (in latino purpureus) e contiene una serie di miniature che ne fanno uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento conservatisi (foto 1-12). È composto di 188 fogli di pergamena (31 x 26 cm), riporta testi vergati in oro ed argento ed è impreziosito da 14 miniature, accompagnate in calce di cartigli descrittivi, che illustrano i momenti più significativi della vita e della predicazione di Gesù. Rossano ospita anche la bellissima abbazia di Santa Maria del Patire (foto 13-21) che, fondata intorno al 1095 dal monaco e sacerdote Bartolomeo di Simer, divenne in epoca normanna uno dei più ricchi e rinomati monasteri dell'Italia Meridionale. L'abbazia possedeva anche una ricca biblioteca e uno scriptorium dove lavoravano monaci amanuensi per la trascrizione di antichi codici. La chiesa possiede una pianta basilicale latino-normanna con tre absidi rivolte ad Oriente. Ogni abside possiede 5 archeggiature con lesene policrome ottenute con altrettanti tondi policromi racchiudenti tutti una stella variamente foggiata. A fianco della chiesa le ampie arcate residue introducono nel chiostro e nei ruderi dell'antico monastero. La facciata, rivolta a settentrione, è stata molto rimaneggiata nel corso dei secoli. Tra gli altri motivi di interesse di Rossano, merita menzione il bellissimo oratorio di San Marco (foto 22-25). Originariamente dedicato a sant'Anastasia, è il monumento più antico della città ed una delle architetture bizantine meglio conservate d'Italia. Fu costruito su iniziativa di san Nilo come luogo di ritiro ascetico per i monaci eremiti che vivevano negli antichi insediamenti rupestri sottostanti. Si tratta di un edificio in stile bizantino con pianta a croce greca, caratterizzato da cinque cupole a tamburo e dall'abside, che conserva inoltre tracce di un antico affresco della Madonna Odigitria.