Il Vesuvio è situato in posizione dominante rispetto al golfo di Napoli, ed è uno dei due vulcani attivi dell'Europa continental nonché uno dei più studiati e pericolosi al mondo a causa dell'elevata popolazione delle zone circostanti e le sue caratteristiche esplosive. Il nome Vesuvio (in latino classico Vesuvius) è presumibilmente d'origine indoeuropea, ma secondo altri il deriverebbe da Vesbio capitano dei Pelasgi che dominò quel territorio. Una tradizione popolare della fine del Seicento vorrebbe invece che la parola derivi dalla locuzione latina Vae suis! ("Guai ai suoi!"), giacché la maggior parte delle eruzioni sino ad allora accadute, avevano sempre preceduto o posticipato avvenimenti storici importanti, e quasi sempre carichi di disgrazie per Napoli o la Campania. Il Vesuvio si stacca nettamente dalla piana su cui sorge. Il circuito della base misura circa 20 chilometri e la vetta è a 1.281 metri sul livello del mare. Quest'ultima misura varia con il tempo, a causa dell'altezza variabile del cono. La sua altezza moderata, e la facilità con la quale si può raggiungere, hanno indotto molti viaggiatori a scalare la montagna; e non pochi hanno registrato la loro esperienza. Le eruzioni sono state così frequenti e il loro impatto sull'aspetto del vulcano così grande, che ogni descrizione è rimasta valida per un periodo limitato di tempo. Il Vesuvio è un vulcano particolarmente interessante per la sua storia e per la frequenza delle sue eruzioni. Si tratta di un vulcano esplosivo, la cui ultima eruzione ebbe luogo nel 1944 (stato attuale, foto 32). Da questa data non si sono verificate più eruzioni, e il Vesuvio è oggi considerato in stato di quiescenza. L'eruzione del Vesuvio del 79 è il principale evento eruttivo verificatosi sul Vesuvio in epoca storica. L'eruzione, che ha profondamente modificato la morfologia del vulcano e dei territori circostanti, ha provocato la distruzione delle città di Ercolano, Pompei, Oplontis e Stabia, le cui rovine, rimaste sepolte sotto strati di pomici, sono state riportate alla luce a partire dal XVIII secolo sotto la dinastia dei Borbone durante il Regno di Napoli (calchi di vittime, foto 33). La galleria propone una passeggiata tra gli scenari suggestivi di cui si gode percorrendo l'ascela al cono, imperdibile esperienza per i turisti in visita a Napoli.