Il chiostro maiolicato o il chiostro delle Clarisse è uno dei quattro chiostri monumentali del monastero di Santa Chiara, tra le architetture ed espressioni artistiche più celebri e note della città. Il chiostro è opera del 1739 e si deve all'estro creativo di Domenico Antonio Vaccaro. In questo periodo si diede inizio ad un radicale cambiamento che riguardò tutto il complesso monastico voluto dalla dinastia angioina, con il quale si cancellò tutto il circondario originario composto da edifici religiosi nonché gli interni gotici, a favore di forme artistiche barocche. Il chiostro grande godendo di maggiori investimenti per le restaurazioni, fu completamente trasformato da Domenico Antonio Vaccaro che mantenne la struttura gotica ridisegnando solo il giardino rustico decorato da preziose "riggiole" maiolicate di Donato e Giuseppe Massa che riprendono paesaggi e scene bucoliche napoletane. Il chiostro (82,3 × 78,3 m) vede lungo il porticato 72 pilastri di varia grandezza e di forma ottagonale sormontati da archi a sesto acuto con volte a crociera. Alle pareti sono presenti cicli di affreschi barocchi di ignoto autore su Storie francescane, mentre sul lato interno del porticato vi sono muretti decorati da riggiole con paesaggi. Il chiostro è attraversato da due viali in croce su un piano sollevato rispetto a quello dei portici, completando la grandiosa opera di trasformazione con 64 pilastri maiolicati con figure di fiori e frutta di forma ottagonale. I viali che dividono il giardino sono fiancheggiati da sedili e colonne rivestiti anch'essi da maioliche con Paesaggi, Scene campestri, Mascherate, Scene mitologiche. Infine, tra gli aspetti più interessanti del chiostro, con le scene di vita quotidiana della Napoli del Sei e Settecento che raccontano cosa succedeva all'esterno del complesso attraverso rappresentazioni della città e le sue allegorie che comunque rimandano ai quattro elementi: terra, aria, fuoco e acqua.